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IL GINOCCHIO

Forse non lo sapevi, ma il ginocchio è l’articolazione più grande del corpo umano! In effetti avendo la possibilità di vedere e palpare le sue superfici, è facile intuire che sono di gran lunga più ampie del polso, del gomito o della caviglia. Questa articolazione mette in comunicazione la coscia con la gamba, e da un punto di vista osseo collega il femore con la tibia.

Il ginocchio è formato da tre elementi ossei:

  • Piatto tibiale: estremità prossima della tibia che si articola con il femore;
  • Condili femorali: estremità distale del femore;
  • Rotula: un osso sesamoide (mobile) situato nella regione anteriore.

Questi tre elementi si articolano tra loro mediante 2 articolazioni funzionali:

  • Articolazione femoro-tibiale: tra i condili del femore e il piatto tibiale;
  • Articolazione femoro-rotulea: tra femore e rotula.

L’articolazione è stabilizzata da vari legamenti:

  • Legamento rotuleo: è la prosecuzione del tendine del quadricipite;
  • Legamenti collaterali: sono due e si trovano uno lateralmente (leg. Col. Laterale) e uno nella parte interna o mediale (leg. col. Mediale).
  • Legamenti crociati: si estendono dal femore al piatto tibiale, si chiamano così perché più o meno a meta del loro decorso si incrociano e assumono una forma ad X. L’azione di questi legamenti è quella di contenere i movimenti di rotazione e traslazione tra tibia e femore. Infatti uno dei test clinici usato per vedere una lesione del legamento crociato anteriore è il “test del cassetto” e non fa altro che verificare la presenza o meno di traslazione antero-posteriore tra femore e tibia.

I muscoli che permettono il movimento di questa articolazione sono molti e te li elenco di seguito:

  • Muscolo quadricipite;
  • Muscolo sartorio;
  • Muscolo tensore della fascia lata;
  • Muscolo bicipite femorale;
  • Muscolo semitendinoso;
  • Muscolo semimembranoso;
  • Muscolo gracile;
  • Muscolo popliteo;
  • Muscolo gastrocnemio.

In riabilitazione si parla molto di muscolo vasto mediale del quadricipite, quando si tratta di stabilizzare l’articolazione. Questo perché si ritiene che le fibre di questo muscolo, possano riportare la rotula in asse. Purtroppo i supporti scientifici a questa idea, non sono ancora concreti, anche perché secondo alcuni studi non sembra essere possibile avere una reclutazione esclusiva di questo fascio muscolare del quadricipite.

Il piatto tibiale ospita due strutture fibrose a forma di semiluna che hanno il compito di ammortizzare il contatto tra femore e tibia. Si tratta dei menischi (menisco interno ed esterno), se hai giocato a calcio ti sarà capitato di sentire che qualche tuo compagno di squadra ha sofferto di un dolore al ginocchio causato da questi elementi.

Nel corso di questo articolo, analizzeremo il dolore al ginocchio provocato dai menischi, approfondiremo l’anatomia di queste strutture, spiegheremo come poter curare e come poter prevenire questa condizione.

COSA È IL MENISCO?

Il menisco è una struttura fribro-cartilaginea a forma di semiluna situata sul piatto tibiale e ha lo scopo di ammortizzare il carico che dal femore (osso della coscia) si trasmette alla tibia (che insieme al perone forma lo scheletro della gamba). Questa struttura è importante anche per la distribuzione del liquido sinoviale, per la propriocezione del ginocchio e per migliorare la congruità delle facce articolari. Ogni ginocchio ha due menischi, uno laterale e uno mediale. Il menisco mediale è in stretto rapporto con il legamento crociato anteriore, per questo motivo nei casi di traumi in rotazione esterna e flessione, si ha la triplice lesione di:

  • Legamento crociato interno;
  • Menisco mediale;
  • Legamento collaterale mediale.

COSE è LA MENISCOSI?

La parola “meniscosi” sta ad indicare una degenerazione del menisco ed eventuali lesioni di quest’ultimo che possono portare ad avere un dolore localizzato che limiti la funzionalità del ginocchio

Una condizione di sovrappeso, delle sollecitazioni eccessive sul ginocchio e dei traumi ripetuti sono tutte cause che possono aumentare il rischio di instaurare meniscosi. Qualsiasi danno meniscale, tranne nelle condizioni in cui si ha una lesione completa del menisco, può essere curato con successo con la fisioterapia, in particolare con la terapia manuale associata a mezzi fisici come la tecarterapia.

COME SI DIAGNOSTICA la meniscosi

Per diagnosticare la meniscosi vengono effettuati dei test clinici specifici e se questi risultassero positivi viene prescritta una Risonanza Magnetica per averne la conferma e valutarne la gravità. Si tratta di test manuali e palpatori che vanno a stressare la parte interessata, se provocano dolore sono positivi.

La risonanza magnetica è una tecnica diagnostica utilizzata in tutto il mondo, che si avvale di un campo magnetico e di radiofrequenze per produrre immagini dettagliate del nostro corpo. Consente di vedere ogni forma di tessuto, per questo motivo è utilizzata per studiare molte patologie.

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QUALI SONO LE CARATTERISTICHE Della meniscosi

La meniscosi ha quasi sempre un esordio subdolo poiché nel primo periodo non si hanno sintomi, e solitamente quando si iniziano ad avvertire dolore locale e limiti di funzionalità articolare con scrosci, la degenerazione è già molto avanzata.

Sono colpiti da questa condizione dolorosa soprattutto soggetti con:

– età maggiore di 50 anni,

– in sovrappeso;

– con deformità articolari come ginocchio valgo o il ginocchio varo. Queste deformità creano una mal distribuzione del carico. Infatti in casi del genere il compartimento mediale e quello laterale non subiscono un carico simmetrico. Questo fattore dopo molti anni può aumentare il rischio di subire degenerazioni strutturali come la meniscosi o l’artrosi nella parte che sopporta il carico maggiore.

COME SI PUÒ PREVENIRE la meniscosi?

 

Per prevenire la meniscosi occorre limitare di sottoporre le ginocchia a traumi o a carichi ai quali non sono pronti. Questo è possibile solo se si ha un tono muscolare adeguato e se si effettuano dei controlli periodici in Centri di Fisioterapia specializzati. Le problematiche del sistema muscolo scheletrico sono troppo spesso messe in secondo piano. Sicuramente una meniscosi non è grave quanto un carcinoma, ma sicuramente può dimostrarsi una causa invalidante, che limita il soggetto nel compiere attività sportive, e che può portare forte dolore al ginocchio colpito.

Per questo motivo nel nostro Centro di Fisioterapia a Roma abbiamo pianificato dei cicli di fisioterapia preventiva, nei quali controlliamo tutto il tuo sistema muscolo scheletrico e interveniamo nei distretti che funzionano meno bene degli altri, in modo da limitare il rischio che da semplici fastidi possano evolvere in vere e proprie disfunzioni di movimento.

Come immaginerai, mantenere una buona qualità di vita previene la meniscosi e qualsiasi altro tipo di patologia: la corretta pratica costante di uno sport e il mantenimento di un peso idoneo sono requisiti indispensabili per stare bene. Ma a volte tutto questo non basta, può succedere infatti che un ginocchio si muova meno bene dell’altro, e questa leggerissima disfunzione di movimento protratta nel tempo potrebbe generare delle alterazioni all’articolazione, fra le quali anche una meniscosi.

Nel nostro Centro di Fisioterapia a Roma, sono moltissime le persone che hanno scelto di effettuare un programma di fisioterapia preventiva proprio per mantenere un buono stato di saluto ed avere un controllo costante delle condizioni del loro apparato locomotore.

COME SI PUÒ CURARE la meniscosi

 

Come suggerito dalla letteratura scientifica, un ciclo di fisioterapia specifico è il modo migliore per migliorare la condizione di meniscopatia (kirkleyn 2008).

Per spiegarvi in cosa consista il ciclo riabilitativo vi racconterò il percorso che ha affrontato Michele, un avvocato di 60 anni, recatosi presso il nostro Centro di Fisioterapia a Roma per curare la meniscopatia al ginocchio destro.

La valutazione iniziale

Nel nostro Centro di Fisioterapia a Roma prima di eseguire qualsiasi tipo di terapia effettuiamo una attenta valutazione del paziente. Riteniamo la valutazione un elemento fondamentale del nostro lavoro, perché per mezzo di essa veniamo a conoscenza della storia clinica del paziente, del suo dolore, e possiamo elaborare la strategia terapeutica migliore per farlo stare bene il prima possibile. Abbiamo analizzato a fondo la condizione di Antonio:

  • Il ginocchio si presentava gonfio sotto la rotula nella parte interna (mediale);
  • Il dolore era localizzato nella parte inferiore e interna del ginocchio e compariva soprattutto quando effettuava movimenti di flessione ed estensione come mettersi seduto sul divano, salire le scale o accovacciarsi.
  • La flessione passiva del ginocchio e la rotazione interna erano movimenti che gli facevano male.

Abbiamo spiegato a Michele l’importanza di correggere alcune abitudini di vita quotidiana che non gli facevano bene, come ad esempio quella di restare seduto per più di 9 ore consecutive.

Per migliorare le condizioni di Michele ci siamo avvalsi di:

  • tecniche di terapia manuale: per migliorare la qualità di movimento dell’articolazione;
  • esercizi attivi che Michele ha fatto a casa tutti i giorni, in modo da dare uno stimolo continuo ai tessuti;
  • terapia fisica per ridurre il dolore, controllare l’infiammazione, e drenare il gonfiore presente sotto la rotula. I mezzi fisici che sono stati utilizzati sono:
  • laser ad alta potenza: è chiamato anche Hilterapia, è una particolare forma di luce che stimola il tessuto anche in profondità;
  •  tecarterapia: è un mezzo fisico che produce calore endogeno (interno al corpo) per mezzo di radiofrequenze (onde simili a quelle della radio o del forno a microonde).
  • ipertermia utilizza delle onde simili a quelle della tecarterapia, a differenza di quest’ultima l’ipertermia cede maggiore quantità di energia ai tessuti e agisce in un punto specifico;
  • interix: un neuromodulatore che riduce la dolorabilità locale.

Dopo le prime due settimane, le condizioni di Michele erano molto migliorate. A questo punto gli abbiamo consigliato di camminare a passo veloce almeno 40 minuti ogni giorno con scarpe da ginnastica ammortizzanti. In questo modo, oltre a migliorare la propria forma fisica avremmo avuto feedback importanti sul miglioramento del movimento dell’articolazione sotto carico.

Abbiamo proseguito nelle settimane successive, riducendo progressivamente la terapia fisica e aumentando gli esercizi attivi fino alla totale scomparsa dei sintomi.

Attualmente Michele ha imparato a gestire la sua condizione, non avvertendo più i sintomi iniziali, abbiamo il piacere di vederlo una volta al mese presso il nostro Centro di Fisioterapia a Roma, perché anche lui ha scelto di intraprendere il ciclo di fisioterapia preventiva.

Attenzione importante deve essere fatta alle persone che hanno altre patologie collegate, ad esempio che soffrono di artrosi, in particolare all’anca, l’indebolimento del ginocchio potrebbe portare ad un peggioramento di altre patologie collegate, per questo è fondamentale sempre una visione globale del problema.

BIBLIOGRAFIA

The new england journal of medicine. “A Randomizated trial of arthroscopic surgery for osteoarthritis of the knee”. Alexandra Kirkleyn Trevor Birmingham et al. September 11,2008. Vol. 359 NO 11

Puoi trovare vari articoli su Gonalgia, ginocchio e menisco al seguente link: studio e approfondimento della Gonalgia

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