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Cos’è l’acetabolo

L’acetabolo, chiamato anche “cotile”, è una formazione ossea a forma circolare costituita dalla fusione delle tre ossa dell’anca: pube, ileo e ischio. Nonostante il perimetro del cotile sia ampliato da un labbro cartilagineo fibroso e dal legamento trasverso dell’acetabolo, ricopre solo i 2/3 della testa del femore e per questo l’anca è provvista di robusti legamenti:

  • legamenti della testa del femore o legamento rotondo;
  •  legamento ileofemorale;
  •  legamento ischiofemorale;
  •  legamento pubofemorale.

Dopo una frattura e la successiva calcificazione ossea è necessario un trattamento fisioterapico per il recupero completo.

La frattura dell’acetabolo

Questo tipo di fratture sono molto probabili quando la massa ossea diminuisce la sua densità (osteoporosi).

Nella maggior parte dei casi di soggetti giovani, la frattura dell’acetabolo avviene in occasione di incidenti automobilistici per urto del ginocchio contro il cruscotto oppure a seguito di traumi a impatto diretto sulla regione trocanterica. In quest’ultimo caso, la testa femorale agisce come un ariete, urtando contro la parete posteriore o contro il fondo dell’acetabolo.

Se l’urto è moderato si verifica solo una frattura dell’acetabolo mentre in casi gravi si può avere anche la lussazione posteriore della testa omerale o la lussazione intrapelvica per sfondamento centrale dell’acetabolo.

Il trattamento ortopedico della frattura dell’acetabolo

A seguito di un periodo di riposo a letto (almeno 25 giorni), si applica per circa due mesi un apparecchio gessato o un tutore per lo scarico completo dell’anca. Il carico completo è autorizzato dopo 4 mesi, mentre sarà gradualmente stimolata la mobilizzazione attiva dell’arto inferiore ( piede, caviglia, ginocchio ).

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Il trattamento fisioterapico della frattura dell’acetabolo: il caso clinico

A tal proposito, ti racconto il percorso fisioterapico di Luigi, un ex impiegato di banca che da qualche anno in pensione, e che conosce il nostro Centro di Fisioterapia a Roma da 5 anni.

Luigi si è procurato una frattura composta dell’acetabolo cadendo da una scala mentre tentava di cambiare una lampadina fulminata nel soggiorno di casa, e poiché ci ha contattato qualche giorno dopo la caduta, ci ha permesso di seguire la sua guarigione sin dall’inizio.

Luigi doveva stare fermo a letto per far calcificare la lesione ossea, ma aveva un grande ematoma che dal bacino si estendeva lungo la coscia e tutto l’arto inferiore in cui era avvenuta la frattura era completamente tumefatto. Per migliorare sin da subito la sua condizione fisica abbiamo deciso di intervenire con delle terapie domiciliari. In tal modo abbiamo avuto l’occasione di insegnargli alcune precauzioni che gli avrebbero agevolato il recupero.

Per favorire il drenaggio dell’arto interessato abbiamo agito su due aspetti:

  • Aspetto meccanico: abbiamo applicato una volta ogni 3 giorni il Taping Neuromuscolare in modalità drenante. (Il Taping è una tecnica che consiste nell’applicazione di un nastro elastico che aderisce sulla cute e che in base al modo in cui viene messo può avere varie funzioni terapeutiche. Nel caso di Luigi, il cerotto ha facilitato il drenaggio linfatico mediante l’applicazione di taping neuromuscolare a piccole strisce allo scopo di produrre la formazione di grinze cutanee che facilitano il sistema di drenaggio).
  • Aspetto muscolare, facendo eseguire almeno 4 volte al giorno delle contrazioni isometriche del muscolo quadricipite e delle mobilizzazioni attive della caviglia e delle dita dei piedi. In questo modo, con la contrazione dei muscoli della gamba abbiamo dato un sostegno importante oltre che per la circolazione venosa e linfatica anche per mantenere in trofismo muscolare e la mobilità articolare della caviglia e del piede.

Che tipo di mezzi fisici sono stati utilizzati?

Per una frattura dell’acetabolo, l’utilizzo di mezzi fisici contribuisce a velocizzare i tempi di recupero. Tra i numerosi dispositivi di cui dispone il nostro Centro di Fisioterapia a Roma, per questo tipo di lesione risulta molto efficacie:

– l’ipertermia;

– la pompa diamegnetica CTU;

la tecarterapia.

In questo ciclo fisioterapico non siamo potuti intervenire con i mezzi fisici poiché Luigi ha subito un intervento per un carcinoma prostatico qualche anno prima. Abbiamo dovuto utilizzare esclusivamente trattamenti manuali e esercizi fisici specifici, i mezzi fisici sono un coadiuvante dei trattamenti e il recupero di Luigi è l prova che per fisioterapisti ben formati, i dispositivi non sono indispensabili.

Appena abbiamo ricevuto la conferma dall’ortopedico abbiamo iniziato a mobilizzare l’anca, prima passivamente e poi attivamente. L’articolazione era un po’ rigida in seguito al periodo di immobilità a letto, ma poiché la testa del femore non ha subito alcun danno, il recupero è stato abbastanza rapido.
Successivamente abbiamo lavorato sul recupero della deambulazione, che nella prima fase avveniva con l’ausilio delle due stampelle, e sulla corretta distribuzione del carico.
Man mano che Luigi recuperava la mobilità, abbiamo integrato le terapie con:

  • Programma di esercizi specifici per il recupero della massa muscolare;
  • pedana vibrante Bosco System: è una pedana su cui il paziente poggia i piedi, e sulla quale può eseguire esercizio come lo squat. La particolarità di questo strumento è che eroga vibrazioni a frequenze ben definite, che stimolano il muscolo a reclutare un maggior numero di fibre muscolare, e quindi ad avere una migliore performance;
  • esercizi per il recupero del controllo motorio dell’arto inferiore, e dei muscoli stabilizzatori della colonna (core stability).
  • utilizzo della tavola propriocettiva di Freeman e del Delos Postural Proprioceptive System. Il sistema delos, è costituito di una tavoletta oscillante collegata ad un pc. Il paziente guardando lo schermo ha un feedback visivo della stabilità del suo arto, e esegue esercizi specifici per migliorare la sua capacità di equilibrio e propriocezione.

Procedendo in questo modo, il nostro paziente ha recuperato terapia dopo terapia fino a raggiungere il 100% della sua forma.

 

Attualmente Luigi ha ripreso a praticare le sue normali attività di vita quotidiana (lavoro, hobby e sport), e per avere sempre una buona condizione fisica, si reca anche lui presso il nostro Centro di Fisioterapia a Roma una volta al mese per effettuare dei cicli di Fisioterapia preventiva.

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